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Francesca

Wrap Up - Maggio 2018

Buongiorno Lettori!

Come ogni mese eccomi con un nuovo recap sulle letture che ho terminato. Lettori, oggi è tempo di Wrap up!

A differenza dei mesi scorsi questo mese voglio provare a essere più concisa sui libri che vi ho già recensito e dilungarmi un po' di più invece su quelli rispetto ai quali non ho avuto modo di parlarvi.


Fatemi sapere se il nuovo formato vi aggrada e..bando alle ciance cominciamo subito!


Maggio è stato un mese molto proficuo ho infatti portato a termine la lettura di ben 8 libri di cui 3 in formato digitale e 5 in formato fisico. I voti non sono stati altissimi ma tutto sommato non posso davvero lamentarmi.


Purtroppo ho iniziato il mese con una delusione: La forma del buio, secondo capitolo della trilogia uscita dalla penna di Miko Zilhay non mi ha proprio convinto. Dopo E' così che si uccide ho volutare riprovare a leggere qualcos'altro dell'autore, ma ci sono stati davvero troppi aspetti che non mi sono piaciuti, dallo stile ai personaggi, dalla narrazione alla vicenda. Non mi dilungo troppo perchè credo di averne già abbondantemente discusso nella recensione qui.







Ho proseguito poi con Lamentation di Joe Clifford, autore di una certa fama all'estero arrivato qui in Italia grazie a una minuscola casa editrice. Vi lascio qui la mia recensione per tutti i dettagli sul mio parere. In generale il romanzo mi è piaciuto, anche se sono rimasta piuttosto delusa dal finale che non è un finale dato che la narrazione è bruscamente interrotta e di fatto il romanzo non termina.






L'uomo di Berlino di Luke McCallin è un giallo storico che avevo puntato in libreria da parecchio tempo e che finalmente mi sono decisa a prendere e leggere. Devo confessare che avevo aspettative davvero alte per questo inzio di trilogia, sia perchè adoro le ambientazioni che coinvolgono la seconda guerra mondiale, sia perchè mi interessavo leggere un punto di vista non sempre preso in considerazione: quello tedesco. Il nostro protagonista è infatti un ufficiale delle SS con un passato tutt'altro che facile e di stanza in Jugoslavia, durante l'autunno del 1943. Molto rapidamente però le mie aspettative si sono infrante e arenate, e devo dunque confessare che sono rimasta un po' delusa dal romanzo. Lo stile dell'autore è veramente molto prolisso e sicuramente non adatto a tutti i lettori: dettagliato, lento e ricco di descrizioni anche dove invece dovrebbe esserci una pura e semplice azione. Alla lunga mi ha stufato e di certo le cinquecento pagine non hanno contribuito alla snellezza della lettura. Così come non è stata agevolata la lettura sotto il punto di vista della comprensione delle vicende storiche che fanno da sfondo alla narrazione stessa. La complessa situazione storico-politica della Jugoslavia allo scoppio dell Seconda Guerra Mondiale non è certo cosa nota e conosciuta ai più così come altre vicende che hanno invece goduto di maggior risononza, e dunque la scelta dell'autore di darla per scontata non è stata affatto una mossa saggià nè tanto meno gradita dalla sottoscritta.

Ho impiegato moltissime pagine per entrare nella vicenda e sentirla mia e, sebbene i personaggi siano in fin dei conti tratteggiati con maestria, la loro numerosità e la difficolatà di rapportarmi con una marea di nomi turchi, serbi e croati (che per me si somigliavano tutti) ha contribuito a creare un ulteriore scoglio che non ha certo giovato alla scorrevolezza del testo e della storia stessa.

In generale il romanzo mi è piaciuto, considerando anche la vicenda dal punto di vista giallo/mistery, ma tutto il contorno poteva decisamente essere migliore. Penso che

continuerò ancora nella lettura del secondo capitolo, sperando che le lacune di questo primo libro vengano colmate date le grandi potenzialità che si intuiscono nell'autore e nel suo stile.



Scritto sulla sabbia è stato il mio secondo approccio con Claire Mackintosh e devo dire che non ne sono rimasta affatta delusa. Bello, scritto benissimo, con personaggi squisitamente tratteggiati e un intreccio che, anche in questo caso tratta temi tutt'altro che banali. Poco importa che ci sono state alcune lacune a livello di ritmo e di twist narrativi più o meno riusciti (sopratutto sul finale), Scritto sulla sabbia è stato non solo un bellissimo thriller ma anche un'ottima lettura che assolutamente consiglio, con alcune chicche a livello stilistico davvero imperdibili. Qui la mia recensione.



Dopo il successo di Scritto sulla sabbia ho replicato il successo leggendo Scomparsi di Haylen Beck, un thriller piuttosto adrenalinico e ricco di suspance che secondo me non ha avuto la giusta risonanza (l'ho infatti visto poco in libreria). Scomparsi è un thriller semplice eppure di impatto che tratta una delle nostre peggiori paure: perdere i propri figli. Scritto bene ed estremamente scorrevole è una lettura da non perdere! Qui la mia recensione.





Il mese di letture è continuato poi con la la lettura de Il libro degli specchi di E.O. Chirovici, un romanzo che avevo puntato da tantissimo tempo e che finalmente sono riuscita a leggere!

Devo ammettere che anche in questo caso sono rimasta piuttosto delusa. Il romanzo è dichiaratamente un non thriller anche se per tale è stato sempre spacciato (o almeno così l'ho sempre percepito io). Sostanzialmente è la visione di uno stesso avvenimento- anche se delittuoso- da diversi punti di vista, impersonati di volta in volta dai diversi personaggi che hanno in passato preso parte a quella stessa vicenda. Un gioco degli specchi appunto reso tale anche dalla scelta dell'autore di narrare questi "rimbalzi" di visuale da ulteriori tre personaggi, che di volta in volta si trovano a indagare.

Lo stile dell'autore, fluido e molto dinamico permette una lettura veloce e sicuramente coinvolgente che però, purtroppo, in maniera altrettanto fluida e veloce scorre via dalla testa lettore.


Il movente è sconosciuto è stata una lettura da cui non sapevo davvero cosa aspettarmi. Nonostante uno strato di malinconia e tristezza che permea tutto il romanzo e la storia, dovuta all'estrema caratterizzazione negativa di cui tutti i personaggi sono affetti, Il movente è sconosciuto mi è comunque piaciuto per le profonde riflessioni a cui costringe il lettore.

Prestissimo la mia recensione.







Infine, terminiamo questa lunghissima carrellata con Il mio nome è nessuno - Il giuramento - di Valerio Massimo Manfredi. Una lettura che esula parecchio dalle letture gialle/thriller e mistery che ultimanente costituiscono la stragrande maggioranza dei libri che leggo. De Il mio nome è nessuno ho apprezzato tantissimo la storia. E come avrebbe potuto essere diversamente? Da grande appassionata di poemi epici e dell'Iliade in particolare mi sarei stupita del contrario.

Di Manfredi avevo letto in passato qualche romanzo ma onestamente ero troppo piccola e immatura per apprezzare lo stile e le caratteristiche di scrittura e dunque questa lettura si può considerare per me un po' come un primo incontro tra me è l'autore. Devo dire che lo stile è risultato tutt'altro che scorrevole e maneggievole, anzi in alcuni punti risulta ricercato, pomposo e volutamente arizigogolato mentre in altri punti trascura aspetti e particolari che io personalmente avrei approfondito maggiormente. Non fosse dunque stata per la dichiarazione finale dell'autore, in cui esplicita il suo voluto intento di emulare lo stile omerico avrei dato un voto decisamente più basso. Ciò non toglie che comuqnue l'alta godibilità del romanzo e la mia intenzione di proseguire con la lettura dei restanti due capitoli. Alla fine dei conti, insomma, l'immortale eco delle gesta degli Achei che si scontrarono con la tenacia dei Troiani esercita sempre il suo magnetico fascino su di me.


E questo è tutto cari Lettori. Fatemi sapere cosa ne pensate, se anche voi avete letto qualcuna delle mie letture e come le avete trovate, ma sopratutto fatemi sapere cosa avete letto voi durante il mese appena trascorso.

A presto!

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