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  • Francesca

Recensione - Lissy

Buongiorno Lettori!

oggi è tempo di recensioni qui sul blog con mia grande gioia - lo ammetto - perché non vedevo l'ora di leggere il libro in questione e, ora che l'ho fatto, non vedevo l'ora di parlarvene. Lettori, oggi parliamo di Luca D'Andrea e del suo Lissy.

 

Titolo: Lissy

Autore: Luca D'Andrea

Serie: /

Casa Editrice: Einaudi

Formato: Brossurato con bandelle

Pagine: 405

Prezzo: 19.90€ (cartaceo)

9.99 € (digitale)

 

Partiamo dalle basi, ovvie ma necessarie come premessa.

Scrivere un libro non è un lavoro semplice.

Incontrare i gusti dei lettori anche.

Incontrare i miei gusti se scrivi thriller e sei un autore italiano ancora meno. Ormai lo sapete che sono la solita pignola pronta a bacchettare e a leggere armata del mio taccuino prendinote!

Luca D'Andrea era però riuscito nell'ardua impresa lo scorso anno con il suo esordio - La sostanza del male - un thriller magistralmente scritto e costruito che non solo mi aveva zittita su ogni possibile critica, ma era riuscito a farmi appassionare a un setting e a un argomento di cui prima non mi ero mai minimamente interessata: la montagna. La sostanza del male (di cui potete trovare la mia recensione qui) mi era piaciuto così tanto che lo avevo persino inserito tra i migliori libri letti lo scorso anno. Immaginatevi quindi il mio stupore e la mia incredulità quando, una volta entrata in possesso del secondo romanzo dell'autore - Lissy per l'appunto - ho appreso dalla rete che il romanzo non era piaciuto: critiche negative fioccavano come funghi in un sottobosco e le stroncature erano nette e definitive. Il panico mi ha invaso. Possibile che per una volta che trovo un autore italiano degno in tutto e per tutto di essere accostato ai grandi del genere questo mi deve deludere già al secondo romanzo?

Fortuna vuole che non mi sono persa d'animo; anzi in questi casi io sono la classica lettrice che imbraccia il tomo incriminato e decide di farsi un'opinione propria. Quindi, con tutta la cautela del caso, ho iniziato a leggere aspettandomi la delusione a ogni pagina. E indovinate un po'? Il romanzo mi è piaciuto, anche parecchio direi e, a lettura terminata, mi domando se io e il resto dell'Italia abbiamo letto lo stesso romanzo.

Luca D'Andrea ritorna nei luoghi che già avevamo esplorato nello scorso libro: il Sud Tirolo e la terra di confine che lo circonda. Una zona di montagna pregna di tradizioni, leggende e folklore. Una terrà segnata dagli inverni rigidi e lunghi e in cui gli uomini sono inevitabilmente piegati alle leggi della natura. Qui prende vita la storia di Marlene, una donna bellissima ma di umili origini che troviamo in fuga dal suo passato; del Baur Simon Keller che vive in solitudine nel suo maso in quota e di Herr Wegener e dell'Uomo di Fiducia entrambi alla ricerca di qualcosa.

Di più non vi dico perché secondo me Lissy è una di quelle letture che si godono di più se non si sa proprio nulla sulla trama, se ci si lascia trasportare dai capitoli e dalle parole dell'autore insomma. Quello a cui andrete incontro è una storia cupa e nera, che forse più si addice alle sere d'inverno che a quelle afose di giugno, ma che comunque sarà in grado di farvi correre un brivido lungo lo schiena lo stesso, ma che saprà anche avvolgervi come un caldo abbraccio. Narrata con l'enfasi di una fiaba, Lissy non risparmia al lettore i dettagli più macabri, esattamente come nelle fiabe dei Grimm da cui prende spunto. Fortemente evocativa e densa di mistero e di cose non dette, la narrazione di D'Andrea procede rapida tra un capitolo e l'altro che sono caratterizzati da un estrema sintesi e uno stile abbozzato e spezzato, molto diretto e incisivo che arriva dritto al cervello del lettore accendendolo di immagini estremamente vivide. Credetemi, non riuscirete a posare il libro nemmeno sotto tortura.

A valle della lettura posso quindi intuire come questa storia non abbia riscontrato il favore di tutti i lettori. Lissy è si un thriller, ma molto atipico e sui generis. La tensione corre più sulle parole e i concetti taciuti e non detti, su quello che si intravede sotto la superficie delle parole insomma, più che sulle azioni vere e proprie. Giocato sui chiari scuri dei personaggi e sulla narrazione rotta e scomposta, Lissy è una storia che si svela poco per volta e che guida il lettore passo dopo passo verso il finale: bisogna quindi avere pazienza (cosa non facile me ne rendo conto) e semplicemente lasciarsi trasportare (cosa che non vi risulterà difficile, credetemi). Lissy è un romanzo fortemente orientato alla psicologia dei personaggi, dove niente è quello che sembra a prima vista e in cui finirete per ricredervi su ogni singolo personaggio del romanzo.

L'elemento che più di tutti spicca sulla narrazione (e che io ho apprezzato maggiormente) è sicuramente l'inquietudine che, quasi solidificata, stilla da ogni paragrafo per appiccicarsi alla mente del lettore: inquietante è dunque certamente l'aggettivo che userei per sintetizzare con una sola parola Lissy e un plauso va all'autore per essere stato in grado di rendere in maniera così vivida e magistrale questo sentimento sulla carta.


In definitiva dunque, discostandomi enormemente dalla media dei giudizi, io promuovo a pieni voto il secondo romanzo di Luca D'Andrea che inserisco senza dubbio tra i miei autori italiani preferiti!

Inutile dirvi che ho già per le mani il terzo volume!

 

Consigliato? Assolutamente. Con qualche accortezza (del tipo leggete meno che potete della trama) Lissy è un ottimo thriller con sfumature psicologiche magnificamente rese. Oscuro e inquietante il romanzo di D'Andrea è in grado di evocare un intero mondo dal quale sarete completamente sommersi.

 

Coinvolgimento: 5/5

Stile: 5/5

Personaggi: 5/5

Vicenda: 5/5

World building: 5/5

Finale: 5/5


****Giudizio: 5/5****


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