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  • Francesca

Recensione - Il seme della violenza

Buongiorno Lettori!

Oggi nuova recensione su una delle mie ultime letture. In questi giorni ero a casa con l'influenza (a giungo!! -.-) e quindi mi sono consolata buttandomi sulla lettura. Il risultato è stato che ho divorato due romanzi in pochi giorni. Del primo - La paziente silenziosa - vi ho parlato ieri, oggi invece parliamo del secondo: Il seme della violenza di Ludovico Paganelli

 

Titolo: Il seme della violenza

Autore: Ludovico Paganelli

Casa editrice: Mondadori

Serie: / (?)

Formato: brossura con bandelle laterali

Pagine: 380

Prezzo: 17,90€ (cartaceo)

6,99 € (digitale)

 

Il seme della violenza era uno di quei titoli che tenevo d'occhio fin da quando ne ho scoperto l'esistenza, ovvero fin da quando ho saputo che sarebbe stato pubblicato. Oramai lo sapete, da elegante schivatrice di letteratura crime italiana mi sono trasformata in cacciatrice accanita delle perle più nascoste e Il seme della violenza, esordio narrativo di Paganelli, aveva tutte le carte in regola per trasformarsi nel prossimo titolo un po' underground da consigliare in giro a parenti e amici.

Con le valutazioni preliminari devo dire che non sono andata troppo lontano dalla realtà dei fatti, anche se devo ammettere che ci sono stati alcuni elementi che non mi sono piaciuti. Ma andiamo con ordine.

Innanzitutto va premesso che le basi su cui si fonda il romanzo sono solide e questo non è poco, ve lo assicuro, sopratutto per un esordio. Paganelli ha messo in piedi un crime un po' edulcorato, vero, ma con un' indagine scandita nei dettagli, ben costruita e affrontata con metodo. I personaggi delle squadra investigativa del commissariato di Piazza San Sepolcro a Milano procedono per indizi e prove, secondo un modus operandi che si snoda con una consecutio di eventi ben scadenzata e regalando così al lettore il piacere di avanzare a mano a mano che gli eventi vengono validati e consolidati. Inoltre nel romanzo non vi è nulla di iperbolico e l'autore, con mia grande gioia, si è tenuto sempre nel campo del verosimile, poggiando l'intreccio su pochi ma solidi punti fermi.

Altro elemento forte del romanzo sono sicuramente i personaggi, non perché la letteratura gialla italiana necessitasse di un' altro ispettore, ma perché Paganelli ha creato un affresco di personaggi davvero ragguardevole, sia in termini di approfondimento psicologico che di caratteristiche personali, dando vita al personaggio di Margot Blanchard che tutto è meno che il classico ispettore di polizia, garantito. Un bonus in più poi va sicuramente assegnato per l'aspetto LGBT presente ma trattato con grande delicatezza e prontezza.

Purtroppo c'è anche un aspetto un po' ingombrante che non ho gradito affatto: lo stile. Ludovico Paganelli è sicuramente un abile narratore ma anche un autore piuttosto prolisso che ama "perdersi" e dilungarsi nelle descrizioni di Milano, in quelle dei personaggi, dei loro stati d'animo e dei loro pensieri più reconditi. Sicuramente ciò crea una cornice solida e interessante sul quale innestare la vicenda, donando tridimensionalità e spessore al romanzo, ma dall'altra parte appesantisce grandemente la narrazione e sopratutto non si sposa affatto bene, a mio avviso, con un romanzo crime che comunque richiede un minimo di snellezza narrativa. La narrazione di Paganelli rimane invece sempre piuttosto piatta e scandita da lunghe descrizioni; l'utilizzo abbondante del discorso indiretto e i capitoli estremamente lunghi (siamo in media sulle cinquanta pagine) poi non aiutano di certo in questo senso. Ammetto che questo aspetto ha inevitabilmente influito sul mio giudizio dal momento che la lettura ne è stata abbastanza affetta.

Il finale, infine, si configura sicuramente come una valida conclusione della vicenda, ma anche in questo caso la poca snellezza del testo influisce su una parte del romanzo che anche e sopratutto in virtù del genere a cui asserisce richiederebbe decisamente più dinamicità.

In conclusione quindi, Il seme del violenza di Ludovico Paganelli, si configura come un valido rappresentate del poliziesco italiano, ma che necessita sicuramente di una bella limata e aggiustata allo stile dell'autore che deve diventare più "digeribile". Per il futuro mi auguro sicuramente di leggere altro dell'autore perché le carte per un interessante ulteriore sviluppo ci sono tutte.

 

Consigliato? Ni, consigliato con riserva perché dovete essere pronti a una narrazione lenta e che si dilunga fortemente sui particolari, sugli stati d'animo dei personaggi e sulle descrizioni della città di Milano. Sopratutto i personaggi sono il fulcro principale del romanzo, dunque se cercate un poliziesco più incisivo in cui l'azione domina la narrazione e in cui i personaggi si fanno conoscere attraverso le loro azioni piuttosto che per l'intermediazione dell'autore, Il seme della violenza non fa per voi.

 

Coinvolgimento: 3/5

Stile: 1/5

Personaggi: 4/5

Vicenda: 4/5 World building: 4/5

Finale: 4/5

****Giudizio: 3/5****

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