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  • Francesca

Wrap Up - Settembre 2018

Buongiorno Lettori! Come ogni fine mese eccomi con un nuovo recap sulle letture che ho terminato. Lettori, oggi è tempo di Wrap up! 


Settembre è stato un buon mese per me sotto il punto di vista delle letture: ho letto parecchio e in generale ho collezionato un buon rating di lettura. Non posso dunque lamentarmi anche se le letture pessime non sono mancate, ma mi ritengo soddisfatta per aver approcciato romanzi piuttosto chiaccherati e di essermi fatta finalmente un'opinione tutta mia e riguardo.



Partiamo dalla prima lettura che è stata un'uscita piuttosto chiaccherata della scorsa primavera: La ragazza di prima di J.P Delaney. Devo ammettere che ero preparata al peggio per questa lettura. In patria il romanzo aveva riscosso un discreto successo ma qui in Italia avevo sentito recensioni e commenti abbastanza negativi tanto che mi ero quasi autoconvinta che mi sarei ritrovata di fronte all'ennesima ciofeca, un thriller di quert'ordine che mi avrebbe annoiato fino alla fine. Invece, con mia grande sorpresa, mi sono dovuta ricredere! Fin dall'inizio sono rimasta conquistata (e sorpresa) dallo spessore dello stile dell'autore che ho trovato inaspettatamente articolato e ben costruito con un'attenzione particolare ai personaggi che mi ha completamente stupita.  La storia de La ragazza di prima è pericolosamente in bilico sull'orlo della catastrofe e della scontentezza ma l'autore ne esce brillantemente, costruendo un romanzo che, pur senza raggiungere livelli di altissima letteratura, intrattiene e si lascia leggere. Con una scrittura fluidissima, complici anche i capitoli brevi ma intensi, e un paio di twist narrativi che tutto sommato risultano ben assestati La ragazza di prima è stata una vera e propria rivelazione, una storia che ha un senso e uno spessore e che non scade mai nello scontato.  Sono dunque rimasta abbastanza basita dalle critiche che ho  sentito qui in Italia dal momento che mi ritengo decisamente più allineata con i lettori d'oltre oceano. Una graditissima sorpresa dunque, che non posso fare a meno di consigliare a chi cerca una lettura leggera ma ben calibrata, che si legge tutta d'un fiato e  che in fin dei conti non delude. Leggerò sicuramente altro dell'autore.


Passiamo poi a una grandissima delusione: L'uomo dei cerchi azzurri di Fred Vargas, primo libro della serie dedicata all'ispettore Adamsberg. Da questo romanzo non sapevo davvero cosa aspettarmi, anche se  visto il grande successo della serie credevo di trovarmi davanti a un bel poliziesco ambientato a Parigi, con personaggi memorabili e una  storia godibile anche se breve, vista la mole ridotta del libro. Niente di più sbagliato invece! In questo caso, ancora più che per La ragazza di prima, il dubbio se io e il resto del mondo abbiamo letto lo stesso romanzo mi assale. Davvero a qualcuno è piaciuto questa "storia"? Io personalmente non sono riuscita ad apprezzare nulla: non la vicenda (dozzinale) ne tanto meno i personaggi (ridicoli nella migliore delle ipotesi). Le pagine - poche per fortuna - scorrono raccontando il nulla più totale, con un commissario che non si preoccupa di fare nulla per arrestare una serie di omicidi a cascata e che poi magicamente (e magicamente è esattamente l'aggettivo corretto) intuisce chi sia l'assassino, arrestandolo infine. Patetico.


Le mie letture sono proseguite poi con Non ti credo di Sophie Hannah che in realtà sarebbe il secondo capitolo della serie ma che io ho letto senza assolutamente conoscere altro della storia. Ero molto curiosa di approcciare finalmente questa autrice, di cui avevo sentito molte critiche positive a riguardo. Devo dire che l'impatto con la Hannah è stato piuttosto positivo per la sottoscritta. Non ti credo è un buon thriller, scritto bene e con una trama di base originale e ben strutturata. I personaggi sono ben descritti e sebbene la vicenda si intuisca abbia un passato, il romanzo è leggibilissimo come stand alone. L'unica cosa che non mi ha lasciata particolarmente entusiasta è stato il finale in cui tutta una serie di coincidenze mi sono sembrate un po' troppo telefonate per poter risultare plausibili. Ma oltre questo non ho davvero niente altro da recriminare all'autrice e sono impaziente di recuperare la serie dall'inizio!


Dopo Sophie Hannah ho poi approcciato quella che facilmente posso definire come la più bella lettura del mese: Replica di un omicidio di Christi Daugherty. Di questo romanzo ho apprezzato tutto ma sopratutto l'equilibrio di tutti gli aspetti che compongono la trama: dalla parte mistery a quella più romantica, ma sopratutto ho amato la protagonista. Non mi dilungo troppo perchè di questo titolo ho già scritto una recensione che vi lascio qui. Un consiglio spassionato: leggetelo perchè merita, davvero.



Per ogni lettura amata ne esiste un'altra odiata. E' questo il caso de La coppia perfetta di B.A. Paris. Un libro un perchè, per quanto mi riguarda. Una lettura che non ho amato affatto ne in termini di storia (scontata e banale), ne in termini di personaggi che ho trovato del tutto inutili e mal caratterizzati. Anche in questo caso preferisco non dilungarmi troppo in quanto ne ho già ampiamente parlato nella recensione qui.


Corpus di Rory Clements era un romanzo che aveva tutte le carte in regola per piacermi, ma purtroppo qualcosa non ha funzionato. Le premesse erano ottime: spie, omicidi e seconda guerra mondiale però, con mio grande rammarico devo ammettere che la storia non mi ha lasciato nulla nè in termini di coinvolgimento  nè in termine di personaggi che, seppur potenzialmente valevoli non sono riusciti a conquistarmi. Ho avuto difficoltà a entrare nella storia e ancor più a orientarmi con i personaggi sopratutto a causa dello stile dell'autore, che ha preferito prima introdurre il lettore in medias res e poi spiegare ruoli, posizioni e background. Purtroppo per me questo approccio è stato letale in quanto non riuscendo a trovare un punto fermo ho perso interesse per la vicenda. Un peccato davvero perchè come detto, teoricamente, il romanzo non aveva nulla che non andava. Un altro meno inoltre va speso per il finale che non è un finale, non solo perchè il romanzo è seguito da un altro ma perchè la vicenda interna non giunge a nessun punto conclusivo.

Stesso discorso vale anche per Chi ha ucciso mia sorella di Julia Heaberlin, secondo romanzo dell'autrice ad arrivare qui in Italia dopo Gli occhi neri di Susan. Purtroppo anche con  questo romanzo per cui nutivo grandi aspettattive sono andata incontro a una grande delusione. La storia non mi è piaciuta trovandola del tutto inverosimile e molto traballante, con un finale che lascia in sospeso parecchi punti e che personalmente non mi ha regalato soddisfazione. Anche i personaggi li ho  trovati piutosto mediocri e mal tratteggiati, tutti ugualmente non empatci. Più di tutto però non ho gradito lo stile dell'autrice che ho trovato oltremodo noioso e pesante, troppo astratto per il genere di libro che ha scelto di scrivere. Non mi dilungo troppo comunque e vi lascio i miei pensieri scritti in forma più coerente nella recensione



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