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  • Francesca

Recensione - Il buio dentro

Buongiorno Lettori!

Come state? Io oggi sono particolarmente di buon umore, così senza un motivo apparente. Semplicemente mi sono svegliata, il sole splendeva e mi sono messa a scrivere queste righe tutta contenta e sorridente...speriamo che duri :P! 

Dunque, oggi vi porto i miei pensieri su un romanzo che ultimamente ha stuzzicato la mia curiosità non poco e infatti è stato uno di quei libri comprati e subito letti. Molto conosciuti, sia il libro che l'autore in questione - che mi preme ricordare è italianissimo!- hanno riscosso moltissimi consensi di pubblico e critica, e il romanzo è approdato anche all'estero. Il Sunday Times lo definito "lo Stephen King" italiano...e beh non credo ci sia bisogno che io aggiunga altro in merito, am I right?!


"Risero e giocarono a lungo, ignorando lo scorrere del tempo. Quello era il loro mondo e credevano di essere soli e invincibili. Non pensavano che qualcosa fosse rimasto li a osservarli per tutto il tempo. Occhi silenziosi che li avevano seguiti lungo la strada fino al vecchio mulino e adesso strisciavano, tornando indietro nelle ombre da cui erano giunti."

 

Titolo: Il buio dentro

Autore: Antonio Lanzetta

Serie: /

Casa Editrice: La Corte Editore

Formato: Rilegato

Pagine: 248

Prezzo: 14,90€ (cartaceo)

7,99€ (digitale)


 

Se mi seguite da po' su questi lidi saprete benissimo come  in maniera del tutto involontaria quest'anno si sia trasformato per me nella mia personalissima crociata di ricerca del thriller italiano perfetto. Forse l'avevo già accennato in qualche post precedente, ma se non l'ho fatto lo ridico in questa sede: fino a un paio di mesi fa evitavo con cura gli autori italiani e mica solo loro...chissà poi perché. Leggevo i thrilleristi tedeschi e quelli americani; persino gli inglesi non mi andavano a genio; avevo un rapporto di amore odio con gli autori scandinavi e per l'appunto schivavo - neanche fossero un mugolo di zanzare di palude - gli italiani. Il motivo? Nessuno in realtà; semplicemente mi andava di rivolgere le mie letture in quella direzione. Poi, con l'arrivo del 2018 qualcosa in questa imperfetta routine si è incrinato e non solo ho cominciato a rivalutare autori (e autrici) che prima non prendevo in considerazione (fatto già di per sé strano), ma ho sentito niente  di meno che la necessità di indirizzare le mie letture verso il thriller/giallo italiano (inaudito!)

Un paio di mesi fa ne ho scoperto uno che faceva al caso mio: Aurora nel buio di Barbara Baraldi, di cui vi ho già parlato in una recensione qui. E adesso, posso tranquillamente annunciare di averne trovato un altro!

Come già scrivevo nel post dedicato all'Ispettore Aurora Scalviati, quando si tratta di approcciare  questi lavori italiani, benché senta la necessità di comprarli e leggerli, mi ritengo anche estremamente choosy e pignola, sicuramente più di quando leggo un thriller d'oltre oceano. Con ciò voglio dire che parto proprio agguerrita, armata di penna e foglietto pronta a scrivere e sottolineare incongruenze, inesattezze e contraddizioni. Ebbene, signore e signori, vi annuncio che anche in questo caso il suddetto foglietto è rimasto immacolato!

Il buio dentro è un thriller classico che mi ha conquistato e mi è piaciuto. Forse me lo immaginavo diverso, questo va detto. Forse quell'etichetta dello Stephen King mi ha un attimo portato fuori strada, almeno all'inizio della lettura, perciò chiariamo subito questo aspetto: personalmente mi trovo in parte d'accordo con quella definizione. Ho infatti ravvisato una certa somiglianza con il Re nel tema dell'amicizia e nello sviluppo delle relazioni che si vengono a creare tra i protagonisti della storia. La rappresentazione della loro infanzia, del rapporto che sviluppano gli uni con gli altri, la visione del mondo filtrata attraverso gli occhi di un bambino, la sensazione di sentirsi imbattibili e invincibili, la capacità di provare al massimo ogni piccola emozione - anche quelle più piccole - sono infatti  tutti elementi tipici di quel periodo dell'infanzia che precede di poco l'età adulta e che Lanzetta ha pennellato magnificamente, riecheggiando in questo modo un po' It e la banda dei Perdenti. L'ultima estate di Fulvio, Stefano, Damiano e Claudia prima che terribili avvenimenti li costringano alla vita adulta è una descrizione che ho molto amato, trovandola vivida, verosimile e coinvolgente, un'immagine che mi porterò con me per un po' di tempo. Mi ha ricordato a tratti le estate della mia infanzia quando anche  io, in sella alla mia bicicletta, scorrazzavo a destra e manca.

E proprio la capacità evocativa della narrazione di Lanzetta è un altro elemento che mi ha profondamente colpito. Con descrizioni sapientemente cesellate e dosate l'autore ha saputo dare vita al suo mondo interiore che si è impresso non solo sulla pagina ma anche nella testa del lettore. Perché quello che l'autore è riuscito a fare è stato proprio questo: creare un mondo, parallelo e a sé stante, in grado di reggersi in piedi da solo sia per l'accuratezza delle sue descrizioni, ma anche per la sua stabilità e solidità. E quando ciò accade nessun lettore può esimersi dal piacere di poterci (e  volerci) tornare altre volte dopo la prima lettura. Dunque anche sotto questo aspetto Lanzetta ricorda King, anche se va detto che, per quanto mi riguarda  le somiglianze terminano qui, in quanto non sono presenti ulteriori temi che invece  nelle opere dell'autore americano sono ricorrenti. 

Altro aspetto che mi preme sottolineare (in quanto l'ho trovato molto ben gestito) è stata la complessità dell'intreccio che io ho trovato a dir poco sorprendente. Così come le tematiche di fondo trattate e il tratteggio dei personaggi che mi sono piaciuti parecchio e che sono contenta di sapere ritroverò anche nell'ideale seguito del romanzo, I figli del male. Sopratutto però ho apprezzato la capacità dell'autore di non cadere nell'ovvio e nel banale, trappole in cui avrebbe potuto incappare in più svolte narrative ma in cui, fortunatamente, non è inciampato. Naturalmente Il buio dentro è il primo tentativo dell'autore nel genere thriller, dunque alcuni aspetti sono sicuramente migliorabili (mi viene in mente, ad esempio, il finale che ho trovato un po' troppo frettoloso), ma complessivamente la storia che Lanzetta ha messo in piedi non ha proprio nulla da invidiare a molti altri thriller amati e conosciuti!

Con grande felicità annovero dunque Il buio dentro come una delle più interessanti letture di quest'anno e sono pronta per leggere altro dell'autore nella speranza di replicare e sorpassare questo già ottimo lavoro.

 

Consigliato? Si, consigliato a chi cerca un buon thriller italiano, ambientato in Italia, con una grande potenza evocativa, un ottimo tratteggio dei personaggi che sono sicura rimarranno con voi anche dopo aver terminato la lettura. Un thriller ben strutturato, pensato e svolto che saprà coinvolgervi e accompagnarvi per tutta la lettura.

 

Coinvolgimento: 5/5

Stile: 4/5

Personaggi: 5/5

Vicenda/Narrazione: 4/5


Giudizio: 4.5/5

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