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Francesca

Recensione - La casa del padre

Buongiorno Lettori!

E buon martedì. Qui la pioggia sembra aver dato un po' di tregua, ma io imperterrita e incurante continuo le mie letture e oggi vi parlo di una recente uscita in casa Sperling&Kupfer che pubblicando il libro di Karen Dionne non avrebbe davvero potuto farmi regalo più gradito! Cari Lettori oggi parliamo di thriller pscicologico ad alti livelli. Ready?


"Potrei dirvi che mia madre è morta due anni fa e che probabilmente vi siete lasciati sfuggire la notizia perchè se n'è andata in un momento in cui c'erano storie molto più importanti da raccontare. Posso dirvi anche che ciò che i giornali non hanno scritto: che non si era mai ripresa da quell'esperienza; che non era la classica vittima graziosa e loquace, pronta a parlare con i media; che quella poveretta di mia madre, una donna timida e modesta, non aveva firmato contratti per libri, e non aveva avuto la copertina del Time. Dopo l'attenzione iniziale, era avvizzita, come succede all radice della maranta sotto una gelata

Però no, il suo nome non ve lo dico. Perché non è la sua storia, questa. É la mia."

 

Titolo: La casa del padre

Autore: Karen Dionne

Serie: /

Casa Editrice: Sperling&Kupfer

Pagine: 324

Formato: Rilegato con sovracopertina

Prezzo: 17,90€ (cartaceo)

9,99€ (digitale)

 

La casa del padre, traduzione più che corretta di The marsh king daughter è un romanzo che all'estero ha riscosso parecchio successo. Moltissimi ne hanno parlato e discusso, è stato chiaccheratissimo tra la fine dello scorso anno e l'inizio di questo ed è stato tradotto in più di 25 lingue. Pare che diventerà anche un film in quanto anche i diritti cinematografici sono stati già venduti in un'asta agguerritissima. La sua autrice, già nota per essere la fondatrice della community online Backspace e membro dell'associazione Internation Thriller Writers, è stata acclamata e celebrata per le sue descrizioni realistiche, per la veridicità e l'accuratezza delle scene descritte e per la grande capacità introspettiva che le ha permesso di caratterizzare così a fondo un personaggio tanto complesso e sfaccettato come quello di Helena, la protagonista de La casa del padre.

Eppure sembra che tutto questo clamore e questo hype si sia perso nel viaggio del libro da oltreoceano a noi. Personalmente infatti non ho notato un grande riscontro di pubblico né di critica qui da noi. Sì, i siti specializzati lo hanno recensito, l'autrice ha risposto alle loro domande nelle interviste eppure a me sembra che i lettori, quelli classici e non del settore, quelli che davvero hanno il potere di decretare il successo o meno di un romanzo non si siano dedicati al romanzo come avrebbero dovuto, forse non consapevoli del potenziale che si cela in esso. Inspiegabilmente, neppure la copertina, che nell'edizione italiana è particolarmente bella e curata, ha potuto qualcosa. E allora ho pensato che io, che ho contato i giorni che mi separavano dall'uscita in libreria del romanzo avrei - almeno per quanto riguarda il mio piccolo - dovuto provare a dare un contributo, spiegandovi per quale ragione La casa del padre merita una possibilità di lettura e del perché per me sia stata una lettura da 5 stelline piene.


Innanzitutto, partiamo con il chiarire che La casa del padre è sì un thriller psicologico ma la componente psicologica è decisamente più predominante di quella thriller. Anzi, a voler fare i pignoli il romanzo andrebbe catalogato come una suspence novel in quanto la parte thriller è davvero ridotto all'osso. La stragrande maggioranza del romanzo, infatti, gioca sull'introspezione psicologica della protagonista, Helena, che è tutto meno che una protagonista convenzionale. Schietta e decisa, determinata e forgiata dalle vicende del suo passato, Helena approccia il lettore con una narrazione in prima persona che io personalmente ho trovato ipnotica e assolutamente impossibile da smettere da mettere giù. Uno schiaffo, una doccia fredda che però non si può fare a meno di continuare a leggere.

Alternando i capitoli tra quelli del suo presente e quelli del suo passato, Karen Dionne, per mezzo della sua protagonista, narra una storia che ha in eguali parti dell'agghiacciante e del commovente. E proprio questa contrapposizione, questo ossimoro di sentimenti che contraddistingue l'essere più intimo della protagonista è il perno principale della vicenda. Ne la casa del padre non troverete dunque grandi avventure o stravolgimenti di scene, anzi la narrazione sotto questo punto di vista risulta piuttosto lenta e scorre in maniera placida, ma questo non significa che sia noiosa, anzi. La vera grandezza di questo romanzo , il suo punto di forza, sta proprio in questo: pur descrivendo piccole cose, avvenimenti o anche solo pensieri è in grado di evocare un mondo - quello interiore della protagonista - del quale prima o poi anche il lettore si sentirà parte e, in quanto tale, sarà affetto dalle stesse idieosincrasie, dagli stessi dubbi; confuso e spaesato, combattuto e dilaniato da sentimenti contrastanti esattamente come lei.

De La casa del padre si è molto discusso anche in merito alla veridicità e all'accuratezza delle descrizioni dei boschi e della vita in mezzo ad essi che la protagonista conduce. Onestamente non sono un'appassionata della campagna né della vita all'aria aperta e probabilmente dovendo sopportare quello che Helena ha vissuto per quattordici anni, sarei passata a miglior vita nel giro di un quarto d'ora. Non sono quindi la persona più adatta per commentare questo aspetto - tutt'altro che marginale - del romanzo, tuttavia devo dire che la capacità evocativa dell'autrice si declina benissimo anche sotto questo aspetto, il quale nonostante tutto mi è parso ben gestito e documentato.

Mi rendo conto che forse in tutto questo parlare non è chiaro che cosa rende davvero particolare questo romanzo, quale sia l'evento di fondo davvero scatenante di tutto. Ebbene, voglio non rivelarlo. Credetemi sulla fiducia è molto meglio approcciare La casa del padre senza saperne troppo a riguardo...la sorpresa, il dramma e la sconcertante scoperta che in realtà noi siamo in gran parte quello che ci circonda - le abitudini che ci definiscono, le storie che ci vengono raccontate, le persone che vivono con noi - che anche la più aberrante delle situazioni può essere la normalità, sarà davvero impagabile.

 

Consigliato? Assolutamente. Consigliato! Una lettura particolare, ipnotica e una narrazione altamente evocativa, che vi resterò appiccicata addosso come il caldo estivo in una palude. Un viaggio indimenticabile nella mente e nel passato di una protagonista che alla fine non si potrà fare a meno di amare. Una storia terribile e dura che però nasconde in fondo un pizzico di amore, che anche se maltratto e incompreso non potrà fare a meno di commuovervi.

 

Coinvolgimento: 5/5

Stile: 5/5

Personaggi: 5/5

Vicenda: 5/5

Giudizio: 5/5

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