Buongiorno Lettori,
oggi tempo di recensione con una delle ultime pubblicazioni in casa Leone Editore. Lettori, oggi vi porto con me in Scozia, tra anfratti nascosti e serial killer, con uno degli esponenti più in vista del genere Tartan Noir. Tenetevi forte!
"Questo è il posto in cui puoi trovare tutto quello che vuoi e tutto quello che temi. Benvenuto nel dark web. Buona fortuna se cerchi di uscirne. Buona fortuna se cerchi di rimanere in vita"
Titoli: Il mercante di morte
Autore: Craig Robertson
Serie: Tony Winter #6
Casa editrice: Leone Editore
Pagine: 401
Formato: Brossura con bandelle
Prezzo: 14,90€ (cartaceo)
Esiste un sottogenere letterario, di quelli a metà strada tra l'underground e il commerciale, conosciuto forse solo dagli appassionati del genere giallo thriller che più amano scavare tra i meandri del settore e che mischia elementi più classici delle letteratura crime con altri tipicamente e squisitamente ...scozzesi. Questo genere si chiama Tartan Noir.
Ora, per quanto io stessa non ami categorizzare severamente un romanzo in generi e sottogeneri, ritenendoli anzi in alcuni casi persino riduttivi, non potevo però far finta di nulla davanti a una descrizione del genere. Chi mi conosce anche solo un po' sa benissimo la mia ossessione (e non scherzo!) per la Scozia. Non starò qui a elencare tutte le mie manie a riguardo, che spaziano dall'home decore alla cucina, sia perché andrei pesantemente fuori tema sia perché il post assumerebbe dimensioni preoccupanti. Vi basti sapere che mi sono autoimposta di mettere le mani (e dunque anche di leggere) tutti i romanzi del genere che arriveranno in Italia. Capite bene,dunque, che non appena ho appreso della pubblicazione de Il mercante di morte ho dovuto, necessariamente, farlo entrare di diritto nella mia libreria!
Craig Robertson invero non è nuovo agli scaffali italiani. Lo scorso autunno aveva infatti esordito nel bel paese con Sangue bianco, stand alone, ambientato nelle isole Faroe, che si discosta dalla sua produzione principale legata appunto alla serie di Tony Winter e di cui Il mercante di morte fa parte. Se siete preoccupati poiché è il sesto romanzo della serie ebbene rilassatevi perché questo libro si legge benissimo in autonomia essendo sia l'intreccio sia le vicende dei personaggi autoconclusive tra le pagine di questo volume. Ciò non esula comunque dal fatto che ormai la mia curiosità di recuperare anche gli altri capitoli della serie si diventato un dato di fatto.
Scozia, dicevo, un elemento che gioca un ruolo non indifferente nell'intreccio de Il mercante di morte, libera traduzione di Murderabilia, con un'ambientazione che spazia dalla Glasgow più urbana agli anfratti più reconditi di un paesaggio incontaminato, ma che è mescolato anche a elementi più particolari e non convenzionali e che impreziosiscono l'intreccio. Ammetto di essere già incappata in questi elementi durante le mie precedenti letture e in particolare chi ha letto l'ultimo romanzo di Carrisi - L'uomo del labirinto - e Dark Places della Flynn potrà ritrovarvi un'affinità nei contenuti, anche se va reso atto a Robertson di aver reiterpretato in modo originale e di aver posto al centro della vicenda quello che nelle letture sopra citate erano elementi più marginali.
Interessante anche la scelta narrativa di sdoppiare il punto di vista tra i due protagonisti, e i cui capitoli si alternano al pov dedicato al colpevole, se non nei contenuti sicuramente nella dinamicità che ne risulta e nel meccanismo inedito di interazione dei due (e non aggiungo altro per non rovinare il piacere della scoperta durante la lettura).
Un altro elemento che va necessariamente sottolineato è la peculiarità del romanzo nella sua architettura. Contrariamente a quanto accade altrove in cui la struttura del romanzo assume un andamento con un climax centrale e poi un finale, ne Il mercante di morte tutta l'azione si concretizza sul finale, rendendo letteralmente impossibile abbandonarlo nel mezzo, benché vada comunque sottolineato come tutto l'intreccio sia in realtà dotato di un forte ascendente sul lettore. Merito di ciò è sicuramente anche la caratterizzazione dei personaggi in sé. Avevo già avuto modo di rendermene conto con il precedente romanzo, ma quello che per me è ormai diventato il tocco personale dell'autore è anche quello che rende la storia così verosimile e che esercita grip sul lettore: l'amabilità e l'empatia che traspare dai personaggi, condita con un pizzico di ironia che non guasta mai.
Infine, la complessità e l'imprevedibilità dell'intreccio sono il tocco ultimo che racchiudono una narrazione bella, fluida ed estremamente godibile.
Lettori, se ancora non lo sapevate ormai non potete più fare finta di niente. Esiste un sottogenere letterario, di quelli a metà strada tra l'underground e il commerciale, conosciuto forse solo dagli appassionati del genere giallo thriller. Questo genere si chiama Tartan Noir e fatevi un favore: leggetelo!
Consigliato? Assolutamente, senza riserve. A chi cerca un buon thriller con molti elementi interessanti. Agli amanti del genere.
Coinvolgimento: 4/5
Stile: 5/5
Personaggi: 4/5
Vicenda/Narrazione: 5/5
Verdetto: 4,5/5