Buongiorno Lettori!
Oggi vi porto i miei pensieri sull'ultimissima lettura che ho concluso! Un mistery/noir decisamente consigliato e che mi ha sorpresa per l'intensità della storia raccontata.
"Così è la guerra, sa, tutto è in vendita: vita, morte, lealtà, verità. Tutto. È vero quello che dicono, che con i soldi si può comprare tutto. Tutto tranne l'amore"
Titolo: L'ultimo pellegrino
Autore: Gard Sveen
Serie: Tommy Bergman #1
Casa Editrice: Marsilio
Pagine: 576
Formato: Brossura con alette
Prezzo: 19,50€ (cartaceo)
9,99€ (digitale)
Ci sono a mio parere due tipologie di letture: quelle che, come un fuoco di paglia, si infiammano subito e quelle che, invece, bruciano lente come i carboni ardenti sotto ciocchi di legno ormai combusti.
Le prime vanno dritte alla testa del lettore, lo inebriano, a volte quasi lo ubriacano e creano immediatamente dipendenza. Si vuole leggere e divorare la storia, si vuole scoprire come va finire, quale sarà la sorte dei personaggi, le pagine sono sfogliate con foga e le righe scorse con impazienza.
Il secondo tipo di lettura, invece, va dritto al cuore. Ci vogliono pagine, a volte anche capitoli perché la storia si insinui sotto la pelle del lettore e finalmente ingrani la marcia. La lettura scorre più lenta, l'intreccio si dipana con i suoi tempi, ma il finale è inesorabile: non c'è scampo da questo tipo storie perché per quanto si tenti di resistere, alla fine, riescono sempre a strapparsi un pezzettino di cuore e a farlo proprio. Nonostante le innumerevoli volte in cui mi sono trovata di fronte a questa situazione, ancora oggi non sono in grado di dire che cosa io preferisca. Entrambe le tipologie fanno parte del processo di lettura e forse il bello è non sapere mai in anticipo quale tipo di storia si abbia per le mani quando la si inizia a leggere.
Quello che di certo posso affermare è che L'ultimo pellegrino, edito Marsilio, è uno di quei libri che fanno parte della seconda categoria. L'esordio narrativo di Gard Sveen, vincitore di diversi premi e primo capitolo della serie dedicata a Tommy Bergman è infatti una storia potente che non lascerà scampo all'ignaro lettore così come non l'ha lasciato alla sottoscritta. Scritto con maestria e sfruttando una doppia narrazione articolata tra presente e passato, dipana un intreccio ricco di colpi di scena abilmente dosati per l'intera durata della storia e si correda di una narrazione vividissima - a tratti persino grafica - che non può fare a meno di catturare il lettore nella sua rete. Come da manuale la vicenda parte lenta, quasi sottotono: un omicidio nel presente e uno nel passato, che si scopriranno essere più legati di quanto si possa immaginare. La cornice che fa da sfondo alla storia, perché di un'unica grande storia alla fine si parla, è bellissima: la Seconda Guerra Mondiale fa da retroscena a una vicenda che tra servizi segreti, resistenza e nazisti, complotti, tradimenti e amori disperati getta le sue conseguenze fino ai giorni nostri, dimostrandoci come del passato si rimane sempre un po' prigionieri. Una galleria di personaggi abilmente tratteggiati e finemente descritti corona poi il tutto. Ho amato, letteralmente, i personaggi di questo libro, come se fossero usciti dalle pagine e li avessi incontrati di persona, come se mi avessero narrato loro stessi la loro parte di verità. Tormentati e sofferenti, disperati e rincorsi dal proprio passato, costretti a scelte inimmaginabili sono loro il motore che da vita a questa romanzo e che gli regalano uno spessore (e un tratto drammatico) che non mi aspettavo di trovare sia per la narrazione relativa al presente che per quella del passato.
Una menzione particolare di plauso va poi alla scelta dell'autore di concedere al lettore un vantaggio nei confronti dell'ispettore Bergman che faticosamente, attraverso una procedura di indagine poco ortodossa ma sicuramente efficace ricollegherà i vari elementi del puzzle per gettare finalmente luce sulla verità. Il lettore, d'altra parte, ha invece ha la possibilità di una narrazione onnisciente e questo, se possibile, gioca ancora più a favore della componente emotiva e per la quale, vi garantisco, sarà difficile staccarsi fisicamente dal libro.
In conclusione quindi L'ultimo pellegrino è un romanzo di guerra e vendetta, ma anche e sopratutto di amore, quel sentimento per cui saremmo disposti davvero a fare qualsiasi cosa. E' un romanzo che ho amato profondamente e che sicuramente rileggerò nell'attesa che che i seguiti vengano tradotti dalla casa editrice!
Consigliato? Sì, consigliato agli amanti del giallo nordico e a chi cerca una storia profonda e di impatto, ottimamente scritta e gestita. In generale consigliato agli amanti dei bei libri.
Coinvolgimento: 5/5
Stile: 5/5
Personaggi: 5/5
Vicenda/Narrazione: 5/5
Verdetto: 5/5