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  • Francesca

Recensione - L'illusione della verità

Buongiorno Lettori,

oggi vi porto la recensione di una delle mie ultime letture: una suspense novel davvero eccellente, che già da ora vi consiglio caldamente e senza riserva alcuna.


"Forse non c'è differenza tra volere qualcosa e averne bisogno. Non lo so. Ma so che la verità è sfuggente, si nasconde nei nostri punti ciechi, nei nostri preconcetti, nei nostri cuori affamati di riposo. Tuttavia, se apriamo gli occhi e cerchiamo di vederla, lei è sempre lì, ma dobbiamo volerlo davvero."

 

Titolo: L'illusione della verità

Autore: Wendy Walker

Serie: /

Casa Editrice: Nord

Pagine: 324

Formato: Hardback

Prezzo: 18,00€ (cartaceo)

9,99€ (digitale)

 

Immagino che scrivere un secondo romanzo non sia mai un'impresa semplice. Ancora di più immagino sia farlo raggiungendo e magari superando l'opera precedente. Ci vuole determinazione, perseveranza. Bisogna scavarsi dentro, accettare le critiche e trasformarle nei propri punti di forza. Serve autocontrollo, disciplina e sangue freddo. Ricordarsi costantemente l'obiettivo e mirare per raggiungerlo, centrarlo. Naturalmente serve anche una buona base di partenza senza la quale, neanche a dirlo, non si va da nessuna parte.

La scorsa estate ho letto il primo libro dell'autrice, Wendy Walker, il cui debutto letterario sulla scena crime è avvenuto con Non tutto si dimentica, edito Nord. L'accoglienza del libro ha spaccato in due la critica e i lettori, nonostante i diritti opzionati per una trasposizione cinematografica: chi ha amato il romanzo e chi lo ha addirittura abbandonato non riuscendo a terminarlo. Per quanto mi riguarda, invece, ho molto apprezzato l'esordio dell'autrice, trovando in esso un thriller molto particolare, decisamente giocato sulla suspense e sulla tensione, e con caratteristiche davvero uniche in termini di stile. Quando ho saputo della traduzione italiana del secondo libro sono dunque stata davvero contenta di appurare che la casa editrice aveva nuovamente creduto nel talento, a mio parere indiscusso, dell'autrice dando ancora una volta ai lettori italiani la possibilità di godere di un romanzo così bello e particolare che sicuramente - non mi stancherò di ripeterlo - vale la lettura.

Per quanto mi riguarda L'illusione della verità è un romanzo che vale ogni singola lode che potrei sprecare per elogiarlo. L'autrice ha fatto un lavoro superbo su se stessa e sulla sua scrittura, mantenendo le peculiarità che la contraddistinguono e l'ha rendono unica e limando al contempo le imperfezioni, migliorando i propri punti deboli ed elevandosi decisamente su un piano superiore del punto di vista narrativo. Due, in particolare, sono stati gli elementi che mi hanno colpito e convinta più di tutti, lasciandomi dentro un qualcosa che mi ha legato al romanzo anche dopo che avevo girato l'ultima pagina. Innanzitutto l'originalità dell'intreccio che non solo si è declinato in una storia inedita e con un accento che personalmente non avevo mai letto prima, ma anche e sopratutto la genialità che ha caratterizzato le svolte narrative, molte delle quali arrivate a me in maniera del tutto inaspettata e per questo veramente degne di nota. Per tutta la lettura ho avuto l'impressione che la trama de L'illusione della verità fosse stata perfettamente e minuziosamente studiata a tavolino, attentamente costruita riga dopo riga dall'autrice per avvolgere il lettore in un manto di bugie che una a una, con il prosieguo della lettura, sarebbero poi dovute cadere per lasciarlo, infine, solo di fronte alla tanto agognata verità. La genialità con il quale l'intreccio è stato pensato e il vettore attraverso cui viene proposto al lettore sono stati non solo elementi inediti per me, ma anche aspetti che ho trovato acutamente intriganti e che mi hanno conquistato irrevocabilemente. L'autrice sceglie infatti di sdoppiare la narrazione in due punti di vista: da una parte la dottoressa Winter, psicologa dell'FBI assegnata al caso, dall'altra Cass la vera protagonista. Inaffidabile, bugiarda, spietatamente tesa verso l'obiettivo, quasi in una sorta dell'alter ego dell'autrice stessa, Cassandra Tanner intraprende un lungo racconto in cui la luce si confonde con l'ombra, così come la verità si cela dietro la menzogna pur rimanendo sotto gli occhi di tutti, lettore compreso, per tutto il romanzo. In un crescendo di twist, svolte e ricollocamenti narrativi sapientemente dosati per mantenere il lettore sempre teso sull'orlo della sedia (e per cui in certi punti si dubita davvero di ogni personaggio, perdendo la cognizione su chi sta dicendo la verità e chi no), si arriva quindi al finale in cui il mio interiore, dopo tanto penare ha finalmente esultato e plaudito alla conclusione, inchinandosi alla maestria con cui tutto è stato gestito.

L'altro elemento che ho davvero apprezzato è stato lo stile, particolare e unico, che contraddistingue la scrittura della Walker in modo inequivocabile. Già con il suo precedente romanzo avevo avuto modo di sperimentarlo e di apprezzarlo, ma qui - grazie anche al lavoro di miglioramento e di limatura di cui sopra - l'ho potuto sperimentare al suo massimo. L'autrice tende, in maniera un po' contraria in realtà ai canoni del genere, a dilungarsi nelle pagine con l'uso di pochissimi dialoghi, molti dei quali riportati in maniera indiretta, e con descrizioni degli stati d'animo e delle emozioni dei personaggi sempre molto particolareggiate e puntuali. E' complicato da spiegare (e di certo non gli sto rendendo giustizia), ma a me è davvero piaciuto molto e mi ha convinta: se infatti nell'esordio questo aspetto era leggermente esasperato e portato al limite qui è comunque mitigato dal cambio di prospettiva della narrazione e, forse proprio per questo, risulta decisamente più apprezzabile e maneggevole.

Tutti gli altri elementi che hanno contribuito a rendere, almeno per me, L'illusione della verità un romanzo formidabile fanno parte della firma dell'autrice: personaggi tormentati e manipolatori, deboli ed egoisti che raccontano la loro parte di verità frammentata, e parziale in un gioco di specchi in cui ogni riga risulta inattendibile.

In definitiva dunque ho amato L'illusione della verità, per la sua capacità di stupirmi a ogni pagina e per le sue caratteristiche particolari e uniche sia in termini di intreccio che di personaggi che di stile. L'ho amato inoltre per essere riuscito a tenermi con il fiato sospeso fino all fine e per le sue modalità di esecuzione impeccabili e non lineari.

Un suspense thriller e un autrice che meriterebbero decisamente di più!

 

Consigliato? Sì, decisamente sì. Consigliato senza riserva alcuna. Da leggere.

 

Coinvolgimento: 5/5

Stile: 5/5

Personaggi: 5/5

Vicenda/Narrazione: 5/5


Verdetto: 5/5




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