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Francesca

Recensione - La montagna rossa

Buongiorno lettori!

Oggi vi porto la recensione di una delle mie ultime letture: un nordic thriller scritto da un autore francese che ha scelto di raccontarci le storie dei suoi personaggi nell'estremo nord della penisola scandinava. Lettori, oggi vi porto in Lapponia!


"[...] Perché le rocce si piegano al nostro passaggio, l'erica allevia le nostre sofferenze, le montagne nutrono la nostra fierezza e i lupi azzannano le nostre speranze"[...]

 

Titolo: La montagna rossa

Autore: Olivier Truc

Serie: L'ultimo lappone #3

Casa editrice: Marsilio

Pagine: 496

Formato: brossura con alette & ebook

Prezzo: 18,50€ cartaceo

9,99€ digitale

 

Io e i thriller nordici abbiamo una relazione tormentata. Questa è una premessa importante che mi sento di dover dichiarare a monte dei miei pensieri sul romanzo di Truc che sto per esporvi. Il che è davvero strano, questo va altrettanto premesso, visto che adoro le ambientazioni nordiche, la neve, il gelo e la cultura scandinava in generale. Tuttavia, ogni volta che mi accingo a leggere un romanzo del genere il dubbio e l'incertezza mi assalgono in quanto non so mai come potrà mai andare a finire. Il motivo mi risulta ancora ad oggi sconosciuto, visto che ci sono stati romanzi che mi hanno letteralmente rapito il cuore e romanzi che mi hanno lasciato del tutto indifferente. Forse è lo stile particolare o la delineazione dei personaggi, di certo non l'ambientazione, ma c'è qualcosa a volte, che nel meccanismo non funziona e si intoppa non permettendomi così di apprezzare appieno il romanzo. In generale posso dire di aver poco apprezzato i nordic thriller che hanno riscontrato maggior successo tra il pubblico se non italico almeno internazionale. Mi vengono in mente romanzi conosciutissimi come Uomini che odiano le donne o L'ipnotista che su di me non hanno purtroppo fatto presa. Questo non significa tuttavia che non non mi conceda la lettura del genere e, anzi, ogni volta che mi si presenta l'occasione sono sempre ben felice di approcciarmi a un nuovo autore e a una nuova storia ambientata tra le gelide nevi del nord.

E questo è esattamente il motivo per cui ho voluto cogliere la palla al balzo per leggere il terzo volume della serie scritta da Olivier Truc e dedicata alle indagini della Polizia delle Renne con protagonisti Klemet Nango e Nina Nansen. Ho azzardato lo ammetto, sia perché non conoscevo l'autore sia perché non avevo letto i precedenti romanzi della serie. Un aspetto però mi ha irrimediabilmente attratta e catturata fin dall'inizio: l'ambientazione. La montagna rossa è infatti ambientato in Lapponia, quella regione a cavallo tra Norvegia, Svezia, Finalandia e Russia patria dei Sami, la popolazione nomade che vive(va) di allevamento delle renne nelle gelide pianure del nord ricoperte di tundra. Difficile battere una cornice così accattivante, particolare e originale, non trovate? In effetti il mio azzardo è stato in gran parte ripagato in quanto, oltre ad aver scoperto un nuovo autore a mio avviso pieno di potenzialità, mi sono ritrovata per le mani un romanzo molto ben scritto e ricco di spunti di riflessione.

Non ho idea di come i precedenti romanzi fossero strutturati, quindi non so generalizzare o meno le caratteristiche che ho riscontrato durante la lettura, tuttavia posso affermare che La montagna rossa è ben più di un thriller puro. Il terzo libro dell'autore francese è infatti un' indagine molto sui generis che faticherei non poco a classificare come thriller vero e proprio. Mistery è in effetti la categoria che più gli si addice, ma comunque riduttiva a mio avviso, visto che un grande lavoro di introspezione è stato fatto dall'autore su tutti i personaggi che popolano questa vicenda. Aspetti poco banali e di grande importanza sono, inoltre, toccati nel corso della narrazione: da accenni all'eugenetica, alla questione dell'emigrazione clandestina, passando per un focus tutt'altro che secondario sulle minoranze etniche. Tutto ciò naturalmente influisce sia sul ritmo della narrazione che si dilata molto più di quanto usualmente vediamo in un classico mistery, sia sulla tensione narrativa, che in alcuni punti si annulla completamente. Questo aspetto è comunque bilanciato da dettagli a mio parere molto interessanti e precisi sull'integrazione della popolazione sami con quella svedese, sui conflitti storici che si sono generati e che, nonostante l'intervento governativo, non sono mai stati veramente superati. Questi dettagli corredano tutta la narrazione a modo di cornice e il quadro che ne emerge è dunque estremamente interessante, dal momento che getta una luce tutta nuova sull'algida e impeccabile visione che, almeno per quanto mi riguarda, avevo della Svezia.

Un altro aspetto particolare è la gestione investigativa che l'autore porta avanti con svolte narrative e delineazione delle interazioni tra i protagonisti decisamente poco ortodosse (forse anche dovuto alle peculiarità dei personaggi stessi); sorprendenti per certi versi si, ma che decisamente risultano ancora una volta a scapito della tensione narrativa.

Posso dunque dire di aver in gran parte apprezzato il romanzo che ha dalla sua innegabili punti di forza e originalità da vendere. Per un gusto mio particolare avrei però preferito un'indagine più classica, magari con qualche twist narrativo in più e con una struttura che si svelava al lettore poco a poco, corredata con un processo deduttivo più presente.

 

Consigliato? Sì, consigliato agli amanti della serie in primis. Consigliato anche a chi, come me, non aveva mai letto nulla dell'autore: gli accenni ai trascorsi dei libri precedenti ci sono, ma la lettura risulta del tutto indipendente e autoconclusiva rispetto ad essi. Decisamente consigliato se amate o se volete approfondire aspetti della cultura sami e della Lapponia in generale, senza rinunciare a un tocco di mistero che affonda le sue radici nel passato.

 

Coinvolgimento: 4/5

Stile: 3/5

Personaggi:3/ 5

Vicenda/Narrazione: 4/5


Verdetto: 3,5/5


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