Buongiorno Lettori!!
Oggi vi porto la mia recensione su una delle letture più chiacchierate degli ultimi tempi. Esordio italiano di una giovane autrice, Fiori sopra l'inferno, è il primo capitolo di quella che spero si trasformerà in una serie gialla/thriller tutta made in Italy! Accolto con positività dalla critica, il romanzo di Ilaria Tuti è ormai da qualche settimana stabilmente in classifica, allargando sempre più la cerchia dei suoi lettori.
Ma bando alle ciance ecco che cosa ne penso!
Titolo: Fiori sopra l'inferno
Autore: Ilaria Tuti
Serie: /
Casa Editrice: Longanesi
Pagine: 368
Formato: Hardcover & ebook
Prezzo:16,90€ cartaceo
8,99€ digitale
Innanzitutto un ringraziamento alla casa editrice è doveroso, per avermi permesso di leggere il libro e avermi dato l'opportunità di conoscere una nuova autrice.
Parto perciò con il dire che recensire un esordio narrativo non è mai semplice, se poi l'esordio in questione è anche italiano, almeno per me, la questione si complica doppiamente.
Storicamente non sono mai stata una grande fan della narrativa italiana, men che meno dei thriller nostrani, che più che tali trovo sempre più spostati verso il mistery, il noir o il giallo classico. Non che non apprezzi tali generi, ma decisamente propendo verso storie più cupe e dinamiche, tutte caratteristiche che ho sempre riscontrato nella narrativa crime straniera, in particolare anglofona. E anche se, con il passare del tempo e il cambiamento dei gusti letterari, mi sento sempre più propensa nel provare qualche autore nostrano appartenente alla categoria sopra citata, ammetto che ci vado comunque sempre molto cauta per paura di prendere una delusione.
Nell'esordio narrativo di Ilaria Tuti ho riscontrato un buon equilibrio delle caratteristiche più prettamente appartenenti al giallo italiano, ma con anche una buona dose di componente psicologica, che ha reso il romanzo più dinamico, più leggibile e dunque anche più godibile.
Dalla penna dell'autrice nasce infatti una storia ben pensata, quasi studiata a tavolino - oserei scrivere - che fin dalle prime pagine non può che fare presa sul lettore. Vi sono molti elementi che ho trovato piacevoli e di mio gradimento. Tra questi sicuramente l'ambientazione montana del piccolo paesino italiano al confine e non meglio identificato (Carrisi docet), insieme con una componente folkloristica e di mistero che aleggia per tutta la durata del romanzo; sono stati elementi di sicura presa sulla sottoscritta e si sono assicurati la mia attenzione per tutta la durata della lettura.
Altro elemento che innegabilmente si configura come punto di forza del romanzo sono i personaggi. Particolari, inediti e assolutamente anticonvenzionali, sono stati loro a mio parere il vero motore del libro. In particolare mi è piaciuto molto il personaggio di Teresa Battaglia e la sua controparte, Marini. Ho apprezzato tantissimo l'originalità dei tratti che la distingue - non avendo mai letto nulla di simile - e ammetto di esserne rimasta abbastanza turbata e colpita quando ne ho letto per la prima volta. Sopratutto però ho apprezzato la dinamica che si viene a creare tra i due protagonisti: funziona e permette al romanzo di portarsi il finale a casa.
Detto questo però purtroppo devo anche segnalare alcuni aspetti che non mi hanno affatto convinto. In primis è da menzionare lo stile che ho trovato quanto mai confuso. Su questo punto infatti l'autrice ha - a mio modestissimo parere - le idee affatto chiare. Se nella prima parte del romanzo infatti troviamo lunghe descrizioni, pochi dialoghi e determinati point of view con la focalizzazione su alcuni personaggi, nella seconda parte la scena si caratterizza invece con l'esatto opposto: molti dialoghi, poche descrizioni, capitoli più brevi e completamente altri pov. Sopratutto la storia dei punti di vista mi ha poco convinta in quanto alcuni di quelli presenti nella prima parte scompaio definitivamente nella seconda e altri vengono aggiunti o usati sul momento ad esclusivo vantaggio della narrazione. Ciò non solo mi ha creato confusione ma gioca anche un brutto scherzo alla tensione narrativa poiché un lettore un minimo avvezzo alla lettura del genere individua immediatamente la piega che prenderà la vicenda.
Anche il cambio di narrazione con l'utilizzo di stralci di diario e rapporti medici, che si verifica nella seconda parte del romanzo, mi ha lasciato piuttosto basita e sgomenta, più che altro per la poca uniformità che in questo modo ha assunto il testo.
Sempre a proposito della stile va menzionata anche la tendenza dell'autrice a una descrizione a volte didascalica di scene piuttosto che di situazioni, con un utilizzo volutamente forzato e ricercato del linguaggio che ho trovato a tratti alquanto snervante.
Infine ultimo elemento che mi sento di sottolineare e che non mi ha proprio convinto è la volontà della Tuti di trovare una qualche forma di redenzione o assoluzione del colpevole. Questa forma di buonismo forzato e di colpevolizzazione delle circostanze piuttosto che delle persone non mi è proprio piaciuta.
In conclusione dunque un buon esordio narrativo con delle ottime potenzialità per il futuro, sopratutto se sarà concepito come serie.
In questo primo volume in particolare però, nonostante alcune ottime premesse e sviluppi, si sentono fortemente le incertezze dell'esordio che si concretizzano con buchi di vicenda, poca chiarezza nello stile e in generale una poca fluidità della storia che risente parecchio di un senso di impostazione e di ricercatezza narrativo un po' al di sopra delle possibilità di gestione dell'autrice. Ciò tuttavia non toglie che in futuro leggerei altro dell'autrice.
Consigliato? Si consigliato se non cercate prettamente un thriller mozzafiato.
Coinvolgimento: 4/5
Stile: 3/5
Personaggi: 4/5
Vicenda/Narrazione: 3/5
Verdetto: 3.5/5