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Francesca

Wrap up - Dicembre 2017

Buongiorno Lettori!

Come avete passato il Natale?! Mangiato a sufficienza? Io anche troppo, ma bando alle ciance (e ai nuovi rotolini di ciccia), oggi vi porto il wrap up del mese di Dicembre.

Purtroppo non ho ancora preso il giro giusto con le recensioni (avrei voluto parlarvi di un paio di libri questo mese) ma prometto di impegnarmi per il prossimo anno!

Quindi, anche questo mese, colgo l'occasione del wrap up per parlarvi un po' più approfondita delle letture.


Questo mese ho letto 4 libri, più quello attualmente in lettura che però prevedo non riuscirò a finire prima della fine dell'anno.

Complessivamente il prospetto delle letture è il seguente:


3 romanzi a 3.75 stelle

1 romanzo a 4.5 stelle



Cominciamo dal primo romanzo, Gli occhi neri di Susan di Julia Haberlin, un thriller a cui puntavo fin dalla sua uscita e su cui finalmente ho messo le mani. Sono rimasta piacevolmente sorpresa dal romanzo, sopratutto perché mi aspettavo un thriller di quelli con la caccia all'assassino, mentre invece ho trovato un piacevole mix tra legal thriller e serial killer thriller.

Dell'esordio narrativo della Haberlin ho apprezzato molto lo stile, l'ambientazione e alcuni topic, anche piuttosto spessi, toccati dalla narrazione come la pena di morte. Mi è piaciuto il personaggio principale anche se ho trovato alcuni clichè un po' troppo prevedibili e scontati.

Ho apprezzato la capacità dell'autrice nel "mischiare le carte" della storia, tanto che alla fine ho smesso di provarci nel stare dietro alla narrazione e mi sono lasciata totalmente guidare. La vicenda è popolata di personaggi strani e, questo, con la l'alternanza dei capitoli presente - passato rende davvero arduo stare dietro all'evoluzione della storia. Ci sono tuttavia alcuni passaggi che non si chiariranno neanche alla fine del libro, punti e stralci della vicenda che rimarranno oscuri e questo non mi è piaciuto.

Bello il twist finale che ho trovato oltre che, appunto imperscrutabile e imprevedibile, anche ben costruito.

Purtroppo la poca chiarezza nella narrazione e la confusione nonché la posizione del lettore a cui non è dato in nessun modo di anticipare le mosse della storia non permettono di godere appieno del finale.

3.75 stelline dunque e la voglia di leggere comunque altro dell'autrice.



Il secondo romanzo del mese è stato Memento di Emelie Schepp, un nordic noir che mi ha incuriosito fin da quando l'ho visto sugli scaffali della libreria.

Io e il nordic noir abbiamo una relazione tormentosa quindi mi sono stupita nel constatare quanto effettivamente mi incuriosisse leggere questo romanzo e anche quanto, alla fine ne abbia apprezzato il tutto.

Memento, primo di una serie al momento non meglio composta, è la storia di Jana, pubblico ministero svedese che si troverà per le mani un caso che nasconde molto di più di quello che si possa pensare a prima vista.

Del romanzo d'esordio della Schepp ho apprezzato sopratutto la coralità della narrazione perché la storia non è solo la vicenda di Jana e del suo misterioso passato ma anche dell'intera squadra investigativa che la assiste. Onestamente mi ha dato l'impressione di essere entrata all'interno una puntata di CSI, ma non posso certo dire che non mi sia piaciuta come cosa, anzi!

Altro elemento apprezzato è stata l'ambientazione, nordica si, ma non scontata: la vicenda infatti prende le mosse non nella capitale ma in una cittadina dall'altra parte della costa: molto caratteristica e ben dipinta.

Altro elemento ugualmente molto apprezzato sono stati le ombre del passato della protagonista, che creano un chiaro scuro davvero molto molto interessante e di assoluto impatto: se cercate un personaggio tormentato e decisamente non innocente quanto possa sembrare questo romanzo fa al caso vostro!

Cosa, dunque, mi ha impedito di dare un voto pieno al libro? Purtroppo, quello che penso volesse essere il twist fondamentale del romanzo per me è stato ovvio fin dall'inizio. Il romanzo ha un buon ritmo e del grip per tutta la prima metà, ma poi lentamente scende e anche il twist di cui sopra purtroppo non riesce a risollevare più di tanto le sorti della narrazione. Sono comunque molti i margini di miglioramento e le potenzialità e infatti , per quanto mi riguarda, sono certa di voler leggere altro dell'autrice.

Anche in questo caso dunque 3.75/5 stelline.



Ultimo romanzo della triade a 3.75/5 stelline è stata La ragazza del treno di Paula Hawkins. Ebbene si, ammetto! Penso di essere rimasta una delle poche persone al mondo che non aveva ancora letto questo romanzo. Osannato, criticato, comparato. E io cosa ne penso? Beh, per cominciare direi che chi ha paragonato La ragazza del treno a L'amore bugiardo, abbia bisogno di una bella rilettura a tutti e due i libri. Personalmente non ho trovato nulla che possa accumunare queste letture, ma ehi! il mondo è bello perché vario!

Onestamente devo ammettere che La ragazza del treno è un bel romanzo: si lascia leggere, i capitoli corti e densi lasciano il lettore con la voglia di continuare e la storia è comunque abbastanza intrigante da lasciare quel senso di aspettativa e suspance che invoglia a terminare il romanzo.

Anche il personaggio di Rachel, ottimo esempio di antieroe è molto ben costruito e ho apprezzato la parabola che l'autrice le ha riservato. Ugualmente accattivante e interessante per me è stato anche il personaggio di Anne, che ho trovato deliziosamente e cinicamente definito alla perfezione.

Una menzione particolare va poi al finale, che nonostante le pecche stilistiche e di narrazione che contiene (che vi spiegherò da qui a qualche riga) è stato talmente surreale da risultare al limite del grottesco, ma proprio per questo apprezzatissimo dalla sottoscritta.

Quello che veramente più di tutto mi ha disturbato durante la lettura di questo romanzo, oltre ovviamente ai numerosi clichè e ovvietà davvero facilmente individuabili, è stato il dipinto della donna che la Hawkins tratteggia, così come la totale assenza di una vera e propria indagine. Con questo non intendo certo dire che manca il coinvolgimento della polizia nella storia, anzi, ma tutte le "scoperte" che Rachel colleziona nel corso della narrazione avvengono sempre e solo in maniera fortuita o dovuti al caso.E questo, devo ammettere mi ha parecchio seccata.

3.75 stelline e forse la lettura della seconda opera dell'autrice, ma solo in economica!



Ultimo romanzo del mese terminato invece è stato Il bivio di Kathleen Barber, uscito piuttosto recentemente in Italia.

C'era qualcosa in questo romanzo che mi attirava, non so bene cosa, ma ogni volta che lo trovavo in libreria una vocina mi diceva che se lo avessi letto non me ne sarei pentita. Beh, chiamatela coscienza, pazzia o cosa preferite, ma quella vocina, quel sesto senso del lettore incallito, ha fatto centro un'altra volta.

Il bivio, di cui ancora devo capire la scelta della traduzione del titolo da parte della casa editrice (Are you sleeping?, titolo originale, aveva decisamente molto più senso.) è la storia di Josie, una protagonista a cui non ci si riesce ad affezionare e del suo ingombrante e misterioso passato, che un giorno come un'altro, sotto forma di podcast torna a tormentarla.

Il bivio è un thriller? Meh, si possiamo definirlo così: io lo chiamerei più un soft thriller che altro. Ma è anche molto di più. È la storia di una famiaglia, di un legame profondo e indissolubile. Ma è anche la storia delle bugie e di come queste tornino a tormentarti e possano a volte avere effetti devastanti. È la storia di un amore, sotto tanti aspetti e sfaccettature e di come questo amore definisce un'intera esistenza. Insomma l'esordio narrativo della Barber è molto di più di quello che a prima vista può sembrare e questo è decisamente un punto a vantaggio.

Un altro elemento che ho apprezzato tantissimo è stato quello dell'espediente del podcast: ho trovato geniale raccontare parte della storia sotto forma di articoli, interviste e trasmissioni web.

Insomma, Il bivio è un romanzo che sapevo mi sarebbe piaciuto e che non mi ha deluso. Non è un thriller puro e anzi, sebbene io non sia riuscita ad arrivare alla soluzione del mistero, la rivelazione non è dotata di quell'intensità tipica del genere né è accompagnata da un vero processo deduttivo. Forse perché non era quello il punto dell'intero libro, ma quello di raccontare una storia di amore fraterno e familiare, di dolore e di vecchi rancori e ancora una volta, di come il nostro il cervello elabori il tutto.

Un libro quindi davvero consigliato, che se difetta nella narrazione in sé certamente compensa nello stile e nella delineazione dei personaggi che sono il vero motore del romanzo.

4.5/5 stelline.

E questo è tutto per questo mese. Fatemi sapere cosa ne pensate delle mie letture e, se vi va, anche quali sono state le vostre.

Al prossimo post!

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